Spesso intorno ai 18-36 mesi i bambini mordono e picchiano i coetanei sia in caso di contesa ma anche per “troppo entusiasmo” nell’interazione.

In entrambe le circostanze sembra che il bambino non riesca a contenere le emozioni e le metta in atto in modo inadeguato, come se ne fosse invaso e travolto.
Questi comportamenti vanno sicuramente arginati perché il bambino, lasciato senza regole, si sente abbandonato dall’adulto e si sente abbandonato a se stesso, ma non vanno colpevolizzati.

Dietro a queste condotte può esserci la rabbia e la frustrazione, ma anche l’esplorazione dell’ambiente e dei limiti o anche la ricerca di attenzioni e di fisicità.

Talvolta il bambino non è abituato a gestire la socialità e le regole che ne conseguono, perché passa molto tempo con gli adulti.
In questi casi la frequentazione dell’asilo potrebbe aiutarlo ad abituarsi ad un’interazione quotidiana con i coetanei, aiutato dalla mediazione dell’educatore.

Talvolta si possono osservare queste reazioni quando il bambino non ha ancora sviluppato il linguaggio.
Infatti si riescono a controllare e gestire meglio le emozioni quando si possono nominare, per questo è utile rinarrare quello che è successo, per dare un nome e un significato all’evento.
Sia per aiutare il bambino a sviluppare il linguaggio, che per imparare a riconoscere i propri vissuti, gli si possono raccontare delle storie con il supporto di un libro con molte immagini, con personaggi che affrontano emozioni, anche negative, e ne parlano senza metterle in atto.
Anche la drammatizzazione della rabbia attraverso i pupazzi è molto utile, perché permette di riconoscersi in quelle situazioni.

È essenziale inoltre non reagire all’aggressione con un’altra aggressione, ma aiutare il piccolo a costruire una ritualizzazione della riparazione, come può essere il chiedere scusa.
In ogni caso, bisogna evitare che il bambino si senta cattivo e si identifichi con il cattivo.

Inoltre, visto che impariamo anche imitando i nostri simili, se il bambino assiste regolarmente a scene di violenza, reali o virtuali, è facile che si adegui a questi modelli, soprattutto se sono modelli che lui ama e ammira.

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